Milan, analisi del progetto e delle strategie di mercato di RedBird
MILAN PROGETTO MERCATO REDBIRD – Dal 31 agosto 2022 il Milan è in mano al fondo americano RedBird, a cui capo si trova Gerry Cardinale. Il nuovo patron del Diavolo sta puntando molto forte dal suo insediamento sulla valorizzazione del brand, come dimostrano i numeri in netta crescita, ma il mercato stenta a decollare e l’aspetto sportivo non appare prioritario. Analizziamo il modus operandi della proprietà americana a capo del club rossonero, per provare a comprendere i meccanismi di tale progetto.
Il Milan di RedBird: dalla valorizzazione del brand alle strategie di mercato
Ogni dichiarazione rilasciata da Gerry Cardinale negli ultimi due anni chiarisce inderogabilmente i suoi pragmatici obiettivi. In primis, il numero uno rossonero punta a riportare il Milan tra i top club europei. Per arrivare al successo sportivo, però, il club meneghino non sta seguendo le procedure canoniche. Niente spese folli, ma valorizzazione a 360 gradi e sostenibilità. Sia in riferimento al brand che alla rosa. Riferendosi sempre alle parole del patron di RedBird, il Diavolo ha 550 milioni di fan in tutto il globo. Se questi sono i numeri presi in considerazione, l’importante non è soddisfare le pretese dei tifosi viscerali risiedenti sul suolo italiano, bensì espandere una determinata immagine del club nel Mondo.
Il Brand non scende in campo
L’amichevole contro il Manchester City è quanto di più americano si sia mai visto in collegamento al Milan. L’ambientazione dello Yankee Stadium (campo da baseball riadattato al calcio), il tifo più familiare che attaccato ai colori. Molte le note che ci allontanano dalla competizione e spostano l’asse sul divertimento, sul tipico spettacolo dello sport a stelle e strisce. Da una parte, la tournée negli Stati Uniti permette al Milan di espandere ulteriormente il proprio marchio, già estremamente popolare oltreoceano. Dall’altra, porre nel mezzo alla preparazione di un tecnico da poco subentrato in panchina potrebbe non agevolarne il lavoro e aumentare, come nella scorsa stagione, gli infortuni.
Il brand non scende in campo, ma il Milan di RedBird non si scompone e segue la propria filosofia. Da giugno 2023 il club rossonero ha riportato in attivo il proprio bilancio. Una cosa che non accadeva dal 2006 e che, col costante piazzamento in Champions League, ha proiettato nuovamente i rossoneri al vertice quantomeno italiano. Nel frattempo, i ricavi della società meneghina si sono alzati fino ai 404.5 milioni dell’annata appena terminata. Un risultato che, in percentuale, rende nettamente il Diavolo l’azienda più migliorata nel proprio fatturato dal 2021 ad oggi.
Le sponsorizzazioni sono aumentate vertiginosamente, rendendo il Milan una società sana, sostenibile e costantemente al vertice sportivo nazionale da tre anni. Eppure, il tifo rossonero sta vivendo con poco entusiasmo un’estate nella quale si aspettava l’arrivo di campioni dal calciomercato. Le possibilità di spendere ci sarebbero tutte, ma RedBird non sembra avere intenzione di farlo. La proprietà del club di Via Aldo Rossi intende investire, non sperperare. Lo ha detto direttamente Ibrahimovic, parlando di non fare beneficienza. Arrivando proprio allo svedese, bisogna aprire una parentesi sulla divisione interna della dirigenza rossonera.
La divisione dei ruoli e la comunicazione
Chi fa il mercato del Milan? Cardinale? Ibrahimovic? Moncada? Furlani? Probabilmente tutti, praticamente nessuno. Il club rossonero dall’addio di Maldini ha solo formalmente incaricato D’Ottavio nel ruolo di direttore sportivo. L’uomo delle trattative, almeno stando alle competenze e alle esperienze passate, dovrebbe essere Moncada. Tuttavia, il CEO del club meneghino è Furlani, lui amministra i conti e dà il via libera alle operazioni. E lo svedese in tutto questo cosa decide? Quando entra in gioco? Il presidente dice l’ultima parola, o lascia lavorare senza intromissioni?
Il Milan non ha mai fatto comunicazioni specifiche sulla divisione dei compiti, dunque possiamo solo analizzare in base ai dati certi che possediamo. Innanzitutto, Ibrahimovic non è un dipendente del Milan ma di RedBird. Di fatto, lo svedese non lavora per il club rossonero, ma per la sua proprietà, rispondendo solamente e unicamente a Gerry Cardinale. Stando a questo, l’ex calciatore non sarebbe obbligato a sottostare alla volontà di Furlani e Cardinale, ma dovrebbe collaborarci al fine di trovare un intesa comune. Ciò nonostante, dal suo insediamento quando si tratta di conferenze stampa (vedi Fonseca o Milan Futuro), il direttore d’orchestra è sempre l’ex numero 11 rossonero.
Ecco, proprio questo passaggio apre una questione. Quella della comunicazione. Il Milan sceglie di comunicare in questo modo, forse per non passare mai dalla parte del cattivo. Se il mercato rossonero fosse insoddisfacente per i tifosi, con chi dovrebbero prendersela? Dopo un mese di trattative, Zirkzee non è arrivato a Milanello. Ciò nonostante, nessuna protesta, ma attesa, silenzio. La squadra parte per la tournée americana e in Italia resta solo Moncada, poi però Furlani torna indietro per accelerare alcune trattative. Il tutto, dopo aver concesso la classica intervista a Bloomberg. Eccezion fatta per sporadici casi, la dirigenza del Milan comunica solo e solamente attraverso i propri canali.
La gestione del mercato e il player trading
Niente fretta, parola di Furlani. Mentre il Napoli di Conte registra la difesa e attende l’uscita di Osimhen per altri botti, la Roma si rinforza in ogni reparto e la Juventus dichiara aperta la caccia all’Inter campione, il Milan attende. Morata prende il posto di Giroud, dichiarando apertamente l’influenza avuta da Ibrahimovic nella sua decisione, Pavlovic quello di Kjaer. Il club rossonero intende sfruttare il mese di agosto per completare la rosa da mettere a disposizione di Fonseca. Il neo tecnico del Diavolo dovrà essere bravo perciò ad inserire in corsa i nuovi arrivi, non potendoli avere dall’inizio della preparazione come sarebbe ideale.
Nella scorsa estate il Milan ha sfruttato il player trading per rifondare il centrocampo e il reparto ali destre. La cessione di Tonali al Newcastle ha permesso al club rossonero di effettuare colpi in entrata di altissimo spessore. Adesso, come affermato dallo stesso Furlani, il Diavolo non intende rinunciare ad alcun tassello di prim’ordine. Si apre quindi un nuovo scenario, all’interno del quale RedBird surfa tra le occasioni di mercato, evitando di sperperare denaro.
Acquisti funzionali alla guida tecnica e, soprattutto, ai conti del club. Sostenibilità al primo posto, ottenuta attraverso l’ampliamento del valore del brand. Questo, per RedBird, è come avere Messi in squadra per un tifoso. Dall’arrivo della nuova proprietà il Milan si conferma al vertice del calcio italiano, senza però dare mai la sensazione di voler provare davvero a vincere, nonostante i proclami. La storia rossonera è ricca di trionfi e trofei, mentre il presente guarda al futuro, al vincere domani. Nessuno ha la palla di cristallo per vedere il futuro, ma se davvero è la vittoria che vuole Cardinale, l’aspettativa è che le luci di San Siro illuminino le gesta di grandi campioni.
Lo stadio
Proprio con San Siro si conclude questa analisi. Uno dei punti cardine del progetto RedBird è fornire al Milan uno stadio di proprietà, tutto suo. Cardinale ha incaricato Scaroni di proseguire il lavoro iniziato con Elliott e il progetto a San Donato sta proseguendo sulle buone basi create. Lasciare “La Scala del calcio” dopo più di 100 anni potrebbe rappresentare un calcio al passato, ma nell’ottica del fondo americano è un altro passo per portare il club rossonero al pari dei top europei.
© RIPRODUZIONE RISERVATA – 29/07/2024
Thomas Alvieri