Monza, Galliani: “A Nesta chiedo 97 punti in due campionati”
PRESENTAZIONE MONZA GALLIANI NESTA – Adriano Galliani ha presentato la nuova stagione del Monza, che sarà guidato da Alessandro Nesta, affrontando vari temi tra i quali la possibile cessione di Colpani alla Fiorentina e il possibile acquisto di Szczesny.
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Galliani presenta il nuovo Monza di Alessandro Nesta
Queste le parole di Adriano Galliani alla conferenza di presentazione della nuova stagione del Monza: “Abbiamo scelto Alessandro Nesta perché abbiamo fatto un sacco di analisi, sullo stile di gioco degli allenatori che avevamo messo nel mirino e abbiamo capito che l’allenatore che, come stile di gioco, era più simile a Palladino era Nesta. Da qui la scelta: io penso che se una squadra non vuole cambiare decine di giocatori e vuole mantenere la struttura portante, è bene scegliere un allenatore con lo stesso credo calcistico. Abbiamo visto dei dati che erano gli stessi del Monza ed ecco perché oggi è l’allenatore del Monza”.
Sulle richieste fatte a Nesta
“Per adesso niente, ho scelto la data di oggi perché diciott’anni fa l’Italia di Nesta diventava campione del mondo. È uno dei pochi giocatori ad aver vinto il mondiale con l’Italia e anche con il Milan, è campione europeo in Under 21 con Cesare Maldini in panchina. Alessandro, al di là delle Champions, è campione del mondo con un gol: quando battiamo il Boca Juniors a Yokohama nel 2007 fa gol anche lui. Io l’ho corteggiato, ma ho fatto meno fatica rispetto al 2002: all’epoca fu durissimo portarlo a casa. Io considero Nesta uno dei più grandi difensori al mondo, avevamo capito con Ancelotti che se fosse arrivato avremmo vinto la Champions. Ha fatto 10 anni di Milan, 224 partite: un percorso da giocatore straordinario. E gli auguro, ma credo e spero che faccia un percorso simile da allenatore”.
Su Nesta allenatore
“Tutti quelli che l’hanno avuto ne sono felicissimi: è un allenatore bravissimo, che farà sicuramente bene. Voglio salutare Palladino, a cui voglio bene: Nesta ha ricordato di non aver mai allenato in A, ma l’ha fatto in B in altre piazze. Raffaele non aveva mai allenato altro che il settore giovanile e voglio ricordare Arrigo Sacchi. Le scelte nostre, mie e di Berlusconi, sono sempre state così: Sacchi non aveva mai allenato in A e ha vinto qualcosa. Palladino non aveva mai allenato in Serie A, Nesta non ha mai allenato in A. L’importante è allenare il Monza. Tra l’altro vorrei correggere una cosa: il Monza ha avuto come allenatori due campioni del mondo, Nesta non è il primo perché ai tempi del Simmenthal Monza abbiamo avuto Pietro Rava, che vince nel 1934, ed Eraldo Monzeglio, che vince nel ’34 e nel ’38. Erano due difensori, uno molto forte come Rava e uno molto tecnico come Monzeglio. Nesta da giocatore era forte e tecnico: era lui che guidava Thiago Silva, non il contrario. Era stratosferico e farà bene di sicuro”.
Sulla scelta di Nesta
“Nella scelta sono stato abituato dal lavoro di Modesto e Franco, mi hanno portato i dati di tre allenatori che erano in shortlist. La scelta è stata Nesta: 3-4-2-1 e speriamo di fare altri 97 nei prossimi due anni. Ad Alessandro auguro e chiedo 97 punti nei prossimi due campionati”.
Su Berlusconi
“Ne parlo sempre al presente e non al passato, è la mia vita dal 1979. Pensate che io sono seduto in Senato nel posto che era di Silvio Berlusconi: ogni mattina, quando mi alzo e devo fare delle cose, penso a cosa avrebbe fatto lui, perché io l’ho sempre definito il mio maestro di vita. Credo che lui sia contento della scelta di Nesta, ne sono sicurissimo. Non è piaggeria: nessuno può non aver capito che se il Monza non è andato in A in 110 anni e ci va con Berlusconi, e ora stiamo per affrontare il terzo anno di Serie A, un motivo ci sarà. Ciascuno può dare le risposte che vuole, ma questa è la realtà. Una città che non ha mai avuto la Serie A: arriva Silvio Berlusconi, lo promette e il Monza va in A. È quello che disse al Milan, che sarebbe diventato il primo club al mondo, e lo è diventato. È quello che scese in politica dicendo che avrebbe vinto le elezioni l’anno dopo e l’ha fatto. Io ho avuto la fortuna di aver incrociato la mia vita con quella di un genio, siamo qui e cerchiamo di onorare la sua memoria. Io ho visto due volte luccicare gli occhi di Silvio Berlusconi più di tutte le altre: nell’89 per la prima Champions, e due anni fa a Pisa. La promozione del Monza in Serie A per lui è stata l’ultima grande gioia e ha visto il Monza battere la Juventus, battere l’Inter, battere il Milan, battere il Napoli. È qualcosa per cui andrà ricordato per sempre, ma adesso basta sennò mi commuovo. Quando ne parlo succede davvero, è stato un rapporto straordinario per 45 anni”.
Sulla Nazionale
“La Nazionale è diventata tema di scontro politico e questo non va bene. Calcare la mano è diventato ormai un fatto uscito dalla normale dialettica di partite vinte o perse. Per quanto mi riguarda preferisco evitare l’argomento, per questa ragione. È diventato uno scontro all’interno del sistema”.
Su Colpani alla Fiorentina
“Non c’è nessuna trattativa in corso con la Fiorentina, è inutile parlare di mercato perché da qui al 30 agosto può succedere tutto e il contrario di tutto. In questo momento non c’è nessuna trattativa che riguardi Colpani con nessuna squadra, compresa la Fiorentina. Poi questo non vuol dire nulla, ma al momento è così”.
Sui primi contatti con Nesta
“Solo dopo la scelta di Palladino, che ha deciso di andare in una squadra blasonata come la Fiorentina. Siamo sicuri di aver fatto una buona scelta con l’ingresso di Alessandro”.
Sul calendario sempre più fitto
“Io partirei da un fatto. I campionati sono rimasti gli stessi, nel 2004 c’erano venti squadre come oggi. Al massimo sono diminuite le partite di Coppa Italia. Sono aumentate molto le partite internazionali: è quello che chiede il mercato e attraverso queste competizioni arrivano montagne di soldi. È un problema: chi fa le competizioni internazionali fattura molto di più, gli altri molto di meno. È chiaro ed evidente che ciascun ente che organizza le proprie competizioni, la FIFA o la UEFA, ha interesse per espandere le proprie competizioni. Ricordo quando ero presidente di Lega: le settimane le riempie prima la FIFA, poi la UEFA, poi devi trovare gli incastri. È un tavolo difficilissimo, è un argomento del quale si potrebbe discutere per ore: non è attraverso la riduzione delle squadre di Serie A che si risolve, perché il campionato è sempre stato di venti squadre e sono le altre competizioni che sono cambiate. Capisco che chi fa partite internazionali ha interesse a farne sempre di più, anche per questioni legate ai diritti TV. Le tv non investono più di prima, se lo fanno sulla Champions non investono sui campionati. È una coperta sempre più corta, anche questo meriterebbe una discussione che può andare avanti per ore: oggi parliamo del nostro allenatore”.
Sulla trattativa per Szczesny
“Intanto bisogna mettersi d’accordo su cosa sia una trattativa. Se si fa riferimento al vocabolario, sedersi e cominciare a parlare, non esiste nessuna trattativa per Szczesny. Poi chiacchiere con uno, con un direttore sportivo o altro, sono tutte cose in divenire. Ma non c’è nessuna trattativa in corso per Szczesny, intendendo per trattativa una trattativa”.
Sul possibile ritorno di Daniel Maldini
“Siamo alle suggestioni e non a una trattativa, vediamo. In attacco siamo in tanti, è partito Carboni e non si sa cosa succede, ma nel sottopunta di destra a piede invertito oltre a Colpani abbiamo Forson, ci crediamo molto e siamo stracoperti. A sinistra hai Dany Mota, Caprari e Vignato. Davanti hai sempre Mota che può fare la prima punta, poi Petagna e Djuric. Non vedo dove siamo corti: siamo tanti. In questo momento siamo sette, a parte i vari Maric, Mancuso e altri che partiranno, ma siamo sette giocatori per tre ruoli”.
Sul mercato
“Numericamente, il Monza è coperto in tutti i ruoli: si può cambiare, sperando di migliorare tecnicamente, ma abbiamo tanti giocatori. Non abbiamo bisogno di giocatori, ne abbiamo bisogno se ne partono altri. Il problema non è numerico ma di qualità: come numeri ci siamo, io ho sempre pensato che esagerando servano 23 giocatori e al limite un jolly per difesa, uno per centrocampo e uno per attacco. Quando hai 26 giocatori io credo che siano più che sufficienti. Numericamente in attacco siamo coperti e dimenticavo Ciurria che può fare assolutamente anche lui il sottopunta di destra, se Nesta vuole”.
Monza, le parole di Alessandro Nesta in conferenza
Questo l’intervento successivo di Alessandro Nesta: “Credo che per me significhi molto, è la prima volta che faccio la Serie A da allenatore, ho lavorato tanto per arrivare a questo livello e spero di arrivarci preparato. Ho studiato molto, col mio staff. Lavorare con Galliani è un piacere ma anche una responsabilità, che sento doppia. Ho visto il centro sportivo e vedo la mano del presidente, che dove è passato ha lasciato qualcosa di veramente importante. Il centro sportivo che ho visto non ce l’hanno tutti, lo stadio è molto diverso da quello che ricordavo”.
Sugli allenatori che lo hanno ispirato
“No, sotto l’aspetto tattico no. Sulla gestione, come sul cercare di tirare fuori il meglio dai giocatori, credo di sì. Prendo spunto da Ancelotti, da Eriksson, da Zeman: tutte persone che mi hanno trattato bene e hanno tirato fuori il meglio da me per questo. Io ho imparato questo da questi allenatori: mi hanno capito nei momenti difficili e spero di portare lo stesso approccio anche qui”.
Su Colpani
“L’ho seguito l’anno scorso, oggi è un giocatore importante che ha fatto vedere di poter fare la differenza. Il mercato lo fanno il direttore, ogni giocatore ha le sue ambizioni: per adesso è un giocatore nostro e lo alleno”.
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