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Antonio Conte: biografia, carriera da calciatore e allenatore, curiosità

Ripercorriamo insieme il lungo cammino calcistico vissuto da Antonio Conte: dalla parrocchia fino alla Champions League; dalla guida in seconda di una compagine di Serie B fino al tris di Scudetti con la Juventus.

Antonio Conte: biografia

Antonio Conte nasce il 31 luglio 1969 a Lecce, paese nel quale vivrà per buona parte della sua infanzia e nella quale inizierà ad approcciarsi al mondo del calcio iniziando a tirare i primi calci al pallone. Da ragazzino svolge la funzione di chierichetto e gioca a calcio al campo dell’oratorio della parrocchia di “Sant’Antonio a Fulgenzio“, poi frequenta l’istituto tecnico commerciale “Francesco Calasso“. Fratello maggiore di Gianluca, membro del suo staff in veste di match analyst e assistente tecnico, il tecnico pugliese è sposato dal 2013 con Elisabetta. I due hanno un figlia, Vittoria. Personaggio in grado di affiancare la carriera da calciatore ad un proficuo percorso di studi, nel 2008 il nostro è laureato in Scienze Motorie all’Università degli Studi di Foggia.

La carriera di Conte da calciatore

Gli inizi in Salento e i primi anni in Serie A

L’avventura da calciatore dell’attuale tecnico del Napoli ha ufficialmente inizio nel 1982 quando, all’età di appena 13 anni, la giovane promessa viene acquistato dalla principale società della propria città natale, ovvero il Lecce: l’accordo prevedeva un compenso di 200.000 lire e una fornitura di 8 palloni da calcio. Entrato ufficialmente nella Primavera dei giallorossi, Antonio inizia ad ottenere i favori dei propri allenatore fino a meritarsi la possibilità di esordire in Serie A appena 16enne. Il primo “trampolino di lancio” per il giovane leccese è Eugenio Fascetti, il quale si prende la responsabilità di far esordire con la compagine pugliese il giovanissimo calciatore. Teatro dell’esordio da professionista dell’ex chierichetto è lo stadio Via del Mare, sede della sfida di campionato tra i padroni di casa e gli ospiti del Pisa: è il 6 aprile 1986. I pochissimi minuti disputati contro la compagine toscana segnano una prima svolta nella carriera del classe 1969, il quale inizierà ad insediarsi come titolare inamovibile dei Lupi grazie alla fiducia riconosciutagli dal successivo allenatore dei giallorossi, ovvero Carlo Mazzone (arrivato in Puglia nel 1987). In quello stesso anno un infortunio alla tibia fa temere tutti in merito al prosieguo della sua avventura calcistica: la regolare e costante presenza in campo la ritroverà solo a partire dal campionato 1988-1989, durante il quale segna il suo primo gol da professionista della trasferta persa per 3-2 contro il Napoli (5 novembre 1989). Al netto del grave infortunio, l’importanza del giovane centrocampista è cruciale all’interno dello scacchiere salentino.

L’approdo alla Juventus, l’esordio con Trapattoni e i successi con Lippi

Le ottime prestazioni in terra meridionale del giocatore pugliese sono motivo sufficiente per convincere la Juventus, allora allenata da Giovanni Trapattoni, a sborsare ben 7 miliardi di lire per il suo cartellino. Il giovane Antonio si trasferisce così in bianconero nel novembre 1991, esordendo ufficialmente il 17 novembre successivo in occasione del derby di Torino. Gli anni successivi si rivelano maggiormente fruttiferi per il nostro, il quale si conquista il posto da titolare vista la sua versatilità, intelligenze tattica e tenacia sportiva. Già nella seconda stagione torinese (1992-1993) l’impiego dell’ex chierichetto è piuttosto corposo e succoso: collezionerà infatti 32 presenze stagionali arricchite da 3 reti (la prima in Coppa UEFA contro l’Anarthosis – prima rete in assoluto con la maglia bianconera – e due nel derby di campionato contro il Torino). La stagione si concluderà con la conquista della seconda coppa europea per club, con il nostro che contribuisce al successo continentale disputando la finale d’andata al Westfallenstadion contro i padroni di casa del Borussia Dortumund.

Nella stagione successiva l’ottimo rendimento del classe 1969 viene confermato a suon di strabilianti prestazioni, il cui culmine è raccontato dal cospicuo numero di marcature messe a segno (4 tra campionato e coppe europee). Nel 1994-1995 si registra l’avvicendamento tra Trapattoni ed Marcello Lippi, il quale condurrà la società torinese alla conquista dello Scudetto e della Coppa Italia. Tuttavia, il rapporto tra il tecnico viareggino ed il giocatore pugliese non sarà dei più brillanti a causa di alcune divergenze di natura tecnico-tattica. Al netto di questo, la vena vincente dei bianconeri non accusa segni di cedimento e vede conseguire il proprio apice il 22 maggio 1996 all’Olimpico di Roma: in quell’occasione, la Vecchia Signora conquista la seconda Champions League della sua storia dopo aver sconfitto l’Ajax ai rigori. Nel corso dell’atto finale della competizione, Conte rimedia un infortunio che lo costringe alla sostituzione al 44′ e che lo obbliga a saltare gli Europei 1996 con la Nazionale italiana.

Gli anni da Capitano

Nell’estate del 1996 sopraggiunge la definiva promozione a leader dello spogliatoio bianconero: con l’addio di Gianluca Vialli, infatti, il calciatore salentino viene nominato nuovo capitano della società bianconera. Nonostante l’encomiabile riconoscimento, la stagione si rivela piuttosto travagliata a livello personale: nell’ottobre 1996, a seguito di un infortunio patito con la Nazionale italiana, Conte riporta la rottura del crociato e chiude anzitempo la propria stagione (i piemontesi trionferanno in Coppa Intercontinentale e Supercoppa UEFA). L’annata seguente vede il centrocampista leccese tornare pienamente in carreggiata, sia a livello personale che a livello di successi collettivi: la Juventus trionferà infatti sia in campionato che in Supercoppa italiana. In quest’ultima occasione, il nostro protagonista segnerà la rete del definitivo 3-0 inflitto al Vicenza.

La fine dell’era Lippi e la rinascita con Ancelotti

La stagione 1998-1999 è meno brillante per il classe 1969: persa la fascia da capitano a favore del più giovane Alessandro Del Piero, il pugliese retrocede vertiginosamente nelle gerarchie di Lippi, con il quale entra progressivamente in contrasto. Tuttavia, l’insediamento sulla panchina torinese di Carlo Ancelotti – subentrato al dimissionario Lippi – riporta lustro e lucidità al centrocampista, il quale rientra stabilmente tra i titolari. Forte di una nuova collocazione tattica più offensiva, l’ex Lecce inizia a godere di un invidiabile score sottorete, arrivando ad eguagliare il suo record di marcature (7) stabilito l’annata precedente. Le due stagioni successive si concludono in maniera mesta per i tifosi juventini, i quali si vedono costretti ad accontentarsi della semplice vittoria dell’Intertoto nel 1999.

Gli ultimi anni

A partire dall’annata 2001-2002, il giocatore pugliese inizia a patire vari acciacchi fisici derivanti dall’età non più florida. Privato definitivamente della fascia e scivolato tra le seconde linee (pur a fronte di un rappacificamento con Lippi), il leccese riesce comunque a fornire un ingente contributo per la vittoria dello Scudetto di quell’anno. Di lì in poi il suo minutaggio si riduce drasticamente nel corso delle stagioni successive, le quali gli permettono comunque di fregiarsi del suo ultimo campionato vinto in carriera da giocatore (2002-2003). L’ultimo titolo della sua carriera sarà la Supercoppa italiana conquistata contro l’Inter all’inizio della stagione 2003-2004, al cui termine decide di ritirarsi dal calcio giocato.

Conte e la Nazionale italiana

A fronte di una rispettabilissima carriera nei club, l’avventura in maglia Azzurra del pugliese non è altrettanto felice. Dopo aver esordito il 27 maggio 1994 contro la Finlandia in amichevole, l’allora c.t. Arrigo Sacchi lo convoca per il Mondiale statunitense dello stesso anno. In questa sede giocherà due partite: una da titolare (contro la Spagna nei quarti di finale) e una da subentrato (contro la Bulgaria in semifinale). Saltato per infortunio l’Europeo 1996, sotto gli ordini di Dino Zoff realizza la prima rete con la selezione del Belpaese in trasferta contro la Danimarca (sfida valida per le qualificazioni all’Europeo 2000). Verrà convocato per la fase finale del torneo, in cui – dopo aver segnato in rovesciata nei gironi contro la Turchia – rimedia un infortunio ai quarti di finale contro la Romania che gli preclude la possibilità di disputare le restanti partite del torneo. Sarà questa l’ultima gara in maglia italica per l’ex giocatore juventino.

La carriera da allenatore

Gli inizi in Serie B

Conclusa la carriera da calciatore, Conte decide di intraprendere la professione di allenatore. La prima esperienza in questo senso, risalente al 2005-2006, è rappresentata da una stagione da vice-allenatore del Siena dietro al primo tecnico Luigi De Canio. L’annata successiva è la prima per il leccese da tecnico vero e proprio: l’ex bianconero viene infatti scelto per guidare l’Arezzo, allora militante in Serie B e alle prese con una penalizzazione di 6 punti dopo i fatti di Calciopoli. Il pessimo rendimento ottenuto dalla squadra toscana comporta l’esonero del leccese a fine ottobre, sebbene lo stesso venga poi richiamato con l’arrivo della primavera. La mossa si rivela vincente visti i risultati ottenuti. Tuttavia la compagine aretina – proprio a causa della penalizzazione – non riesce ad evitare il declassamento in Serie C1. Le due annate seguenti vedono Conte insediarsi sulla panchina del Bari, con il quale ottiene nel 2008 una tranquilla salvezza (dopo essere subentrato al dimissionario Giuseppe Materazzi a gennaio) e, 2008-2009, una perentoria promozione in Serie A che i Galletti non conquistavano da ben 8 anni.

Primi passi in A e ritorno in Serie B

Dopo aver risolto il suo contratto con i baresi, il tecnico leccese decide di accettare l’offerta dell’Atalanta, subentrando all’esonerato Angelo Gregucci. A settembre 2009 ha così modo di esordire da tecnico in Serie A in occasione della sfida contro il Catania, occasione in cui rimedia un’espulsione per proteste. Dopo aver ottenuto 13 punti in 13 partite, si dimette a gennaio 2010. Decide così di tornare al Siena, neoretrocesso in serie cadetta. Con i toscani ottiene il secondo posto finale in campionato, che vale la promozione diretta in massima serie.

Juventus – un triennio di successi

Il grande passo nella carriera da tecnico dell’ex calciatore salentino è il ritorno alla Juventus in veste di allenatore della prima squadra. L’ufficialità del conferimento dell’incarico riporta la data di 31 maggio 2011. L’avvio di campionato degli uomini bianconeri ottiene sin da subito ampi consensi, in particolare dopo il vittorioso esordio stagionale contro il Parma. Di lì in poi la compagine torinesi inanella una serie di risultati utili consecutivi che la riportano in testa alla classifica in solitaria dopo più di cinque anni. Ottenuto con pieno merito il titolo di campione d’inverno, la carica esplosiva dello scacchiere juventino non si ferma nemmeno nella seconda parte di campionato. A maggio 2012, infatti, i torinesi conquistano il campionato (il primo di Conte da allenatore) con un turno d’anticipo. A certificare lo strabiliante score a livello di prestazioni sono le difficilmente replicabili statistiche in merito ai risultati conseguiti: 23 vittorie, 15 pareggi e zero sconfitte. Unico neo della stagione è la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Napoli (2-0).

La stagione seguente non è che un degno prosieguo della trionfale annata che ha visto i bianconeri tornare al successo nazionale. Nella stagione 2012-2013, infatti, dopo aver conquistato la Supercoppa italiana contro il Napoli in quel di Pechino (4-2), la compagine piemontese replica in toto i risultati dell’annata precedente e conclude nuovamente il campionato in testa alla classifica mettendo a referto il secondo Scudetto consecutivo. Il cammino in Champions League vede la Vecchia Signora, autrice di un cammino decisamente più lodevole rispetto alle annate precedenti, arrendersi ai quarti di finale contro il Bayern Monaco (futuro vincitore del trofeo continentale).

Il 2013-2014 vede nuovamente i bianconeri sul tetto d’Italia. Conquistata nuovamente la Supercoppa italiana (contro la Lazio per 4-0 all’Olimpico di Roma), i torinesi vincono il campionato per il terzo anno di fila tagliando due importantissimi traguardi: 102 punti in campionato – record europeo – e totale imbattibilità casalinga con 57 punti ottenuti su altrettanti disponibili. Al netto di questo, le Zebre vedono interrompersi ai gironi il proprio cammino in Champions League, dovendo “ripiegare” i propri sforzi sull’Europa League. Qui il cammino della Vecchia Signora si interromperà in semifinale contro il Benfica. La gestione del doppio confronto non risparmia il tecnico salentino dalle critiche. Questa condizione porta il pugliese in una situazione di contrasto con la dirigenza. Lo scontro diventa insanabile con l’appropinquarsi dell’estate e, alla fine, il diretto interessato decide di dimettersi – in data 15 luglio 2014 – e lasciare quella società che, prima da calciatore e poi da allenatore, lo ha fatto assurgere allo status di allenatore stellato.

La nazionale italiana

Dopo circa un mese dalla decisione di dimettersi dalla panchina bianconera, il salentino accetta l’incarico di nuovo c.t. della Nazionale italiana. Il primo impegno in amichevole contro l’Olanda (4 settembre) porta già alla vittoria il nuovo ciclo azzurro targato Conte. Nel corso dei mesi successivi, la compagine italica raggiunge facilmente la qualificazione alla fase finale degli Europei 2016. In questa sede, la rassegna ospitata dalla Francia vede il Tricolore superare da prima del girone il raggruppamento composto da Belgio, Svezia ed Irlanda. Agli ottavi di finale i quattro volte campioni del mondo sono opposti alla ben più attrezzata Spagna, uscita comunque sconfitta per 2-0 dal confronto con i nostri ragazzi. Purtroppo, l’avventura italiana in territorio transalpino si conclude ai quarti di finale contro la Germania, uscita vittoriosa ai rigori. Questa sarà l’ultima delle 25 panchine da commissario tecnico azzurro per Conte, il quale lascia l’incarico appena conclusa la rassegna.

La prima parentesi londinese – la panchina del Chelsea

Appena conclusa l’avventura da c.t., Conte si rimette in carreggiata accettando di sedersi sulla panchina del Chelsea: per il leccese si tratta della prima avventura all’estero. La stagione d’esordio sulla panchina dei Blues, contraddistinta dall’assenza delle coppe europee, è immediatamente fruttifera per il classe 1969, il quale riesce a conseguire con il club britannico la conquista del titolo (6° nella storia della compagine). A macchiare parzialmente la grande cavalcata dei The Pensioners è la sconfitta in finale di FA Cup contro i concittadini dell’Arsenal. L’annata successiva, al contrario, è altamente negativa sotto il profilo ambientale e sportivo per l’ex Juventus: usciti agli ottavi di finale di Champions League, Hazard e compagni concludono il campionato con un modesto 5° posto. Pur a fronte della vittoria della FA Cup contro il Manchester United, la dirigenza inglese non ritiene più sussistenti i requisiti per una collaborazione con il salentino, il quale viene esonerato nell’estate 2018.

Il biennio all’Inter

Dopo un anno sabbatico, nel 2019 il tecnico pugliese accetta di raccogliere la guida dell’Inter. Inizialmente mal visto da gran parte del tifo interista a causa del suo passato bianconero, il classe 1969 contribuisce ad inanellare una serie di risultati strabilianti in casa nerazzurra, reduce da lustro piuttosto opaco in quanto a risultati. La cavalcata interista, macchiata da una retrocessione in Europa League a causa del terzo posto nel relativo girone di Champions, continua senza particolari inciampi fino all’arrivo di febbraio, momento in cui la sopravvenuta pandemia da COVID-19 – con conseguente stop delle competizioni sportive – spezza il ritmo tempestoso dei milanesi. A fine campionato, i meneghini concluderanno la stagione alla piazza d’onore dietro la Juventus, miglior piazzamento degli ultimi nove anni. Purtroppo per il Biscione, il cammino nella seconda competizione UEFA per club – dettato dalla precoce eliminazione in Coppa dei Campioni – si conclude nella finale giocata a Colonia contro il Siviglia, vittorioso per 3-2.

La stagione 2020-2021 combacia con il ritorno al successo sia per la compagine lombarda che per Conte stesso: pur a fronte di un girone d’andata altalenante, nella seconda parte di campionato i nerazzurri mettono a segno un filotto di ben 11 vittorie consecutive, le quali ipotecano di fatto il tricolore. Quest’ultimo diventa matematico ad inizio maggio, permettendo al Biscione di festeggiare un traguardo atteso per ben 11 anni. A livello individuale, Conte mette a referto il quarto Scudetto (italiano) da tecnico. Di tutt’altro tenore è l’esperienza nelle coppe europee, le quali vedono i milanesi estromessi da ogni competizione a causa dell’ultimo posto conseguito nel girone di Champions League. Nonostante il successo nazionale, il 26 maggio 2021 arriva la repentina risoluzione contrattuale tra l’allenatore e il club meneghino, alla luce delle divergenze d’intenti sul futuro della squadra.

Il ritorno a Londra – la guida del Tottenham

Iniziata la stagione 2021-2022 senza essersi accordato con alcuna squadra, il salentino subentra nel mese di novembre a Nuno Espirito Santo alla guida del Tottenham. Raccolta una squadra in piena crisi di risultati, l’ex Inter e Juventus esordisce sulla panchina degli Spurs in occasione della sfida interna di Conference League contro il Vitesse (vittoria per 2-1). La cura dell’allenatore pugliese sortisce i propri frutti sulla lunga distanza: il piazzamento finale in campionato sarà utile a riportare la compagine londinese nella massima competizione europea dopo due anni di assenza.

La seconda – e ultima – stagione britannica è molto travagliata per Conte: ad una grave crisi di risultati sportivi si affianca una grave perdita a livello personale per il tecnico, fortemente provato dall’improvvisa scomparsa per leucemia dello storico collaboratore e amico Giampiero Ventrone. Oltre a questo, lo stesso leccese dovrà osservare un periodo di convalescenza a causa dell’asportazione della cistifellea. Infine, a fronte dei cammini insoddisfacenti sia in campo nazionale sia internazionale, nelle settimane seguenti il rapporto tra il classe 1969 e l’ambiente entra definitivamente in crisi: il 26 marzo 2023, infatti, la società inglese ufficializza la risoluzione contrattuale col tecnico.

Napoli

Dopo un anno sabbatico, il 5 giugno 2024 viene nominato tecnico del Napoli, tornando ad allenare in Serie A. Alla saggia ed esperta guida dell’allenatore salentino viene affidato dal patron partenopeo Aurelio de Laurentiis il compito di mettere alle spalle la fallimentare annata 2023-2024 vissuta dalla squadra azzurra, la quale abdica dopo un solo anno da campione d’Italia.

Palmares

Giocatore

Club

  •  Scudetti: 5 (1994-1995, 1996-1997, 1997-1998, 2001-2002, 2002-2003)
  •  Coppa Italia: 1 (1994-1995)
  •  Supercoppa italiana: 4 (1995, 1997, 2002, 2003).
Competizioni internazionali
  •  Coppa UEFA: 1 (1992-1993)
  •  UEFA Champions League: 1 (1995-1996)
  •  Coppa Intertoto UEFA: 1 (1999)

Allenatore

Club

  •  Campionato italiano di Serie B: 1 (con il Bari nel 2008-2009)
  •  Campionato italiano: 4 (con la Juventus nel 2011-2012, 2012-2013, 2013-2014 e con l’Inter nel 2020-2021)
  •  Supercoppa italiana: 2 (con la Juventus nel 2012 e nel 2013)
  •  Campionato inglese: 1 (con il Chelsea nel 2016-2017)
  •  Coppa d’Inghilterra: 1 (con il Chelsea nel 2017-2018).

CARLO ALBERTO GAMBA