Giroud: “Leao è un leader tecnico, il Milan deve essere ambizioso”
GIROUD MILAN INTERVISTA – L’ex attaccante del Milan, Olivier Giroud, ha analizzato il momento vissuto dal club rossonero in una lunga intervista. Da Leao alla nuova coppia offensiva del Diavolo, passando per gli obiettivi in Champions League, ecco di seguito le parole del centravanti dell’LAFC.
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Le parole di Giroud sul Milan
Questi alcuni estratti dell’intervista concessa da Olivier Giroud a La Gazzetta dello Sport, in primis sulla nuova Champions League: “La nuova formula dà tempo di risalire. Il Milan deve essere ambizioso: puntare sulla Champions è un dovere. La rosa è profonda e l’attacco è di grande livello. Forse dovrà trovare equilibrio ma ora può lavorare con serenità. È l’anno giusto per fare un bel percorso”.
Su Leao
“Rafa è un leader tecnico, trascina sul campo, come Theo. Occorre capire una cosa: ognuno ha la sua personalità, non si può forzare il carattere di un ragazzo aspettandosi carisma a tutti i costi, per quello c’è Maignan. Quando ho giocato a Dallas un tifoso mi ha chiesto se Leao vale Henry. Ho risposto che non si può paragonare un campione che ha fatto tutta la carriera con un ragazzo che ha solo 25 anni. Aspettiamo e facciamo i conti alla fine: Rafa ha tutto, la cosa più difficile è essere al 100% del potenziale tutte le settimane. Dipende da lui, da quanto è esigente con sé stesso. La paternità lo aiuterà a crescere”.
Sulla crescita di Gabbia
“Matteo è il giocatore modello: lavora duro per migliorare ed ecco i risultati. Può diventare importante per il Milan, sono felice per lui”.
Su Ibrahimovic
“Ibra è Ibra, anche da dirigente. Conosce molto bene il calcio e il Milan soprattutto. Se scegli Zlatan, come ha fatto RedBird, devi fidarti: Ibra deve avere carta bianca”.
Su un futuro da dirigente al Milan
“Il Milan è uno dei più grandi club al mondo e io con quella maglia ho vissuto momenti indimenticabili. Ne sarei felicissimo. Ma non voglio problemi con il mio amico Ibra eh! Di sicuro rimarrò sempre un grande tifoso rossonero”.
Sulla coppia Morata-Abraham
“Funzionano alla grande. Tammy lo conosco dai tempi del Chelsea, ha voglia e determinazione. Alvaro ha portato cultura spagnola: non solo gol, è un 9 che arretra, costruisce, facilita la manovra, lega attacco e centrocampo”.
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